
Mappa delle bealere
attive in Torino
(2025)
Dell'antica rete di canali e bealere, in città rimangono pochissime tracce. Esaurita da oltre un secolo la produzione di forza motrice industriale, la progressiva scomparsa delle attività agricole e l'estensione dell’edificato hanno ridotto al minimo la domanda irrigua. Le grandi derivazioni torinesi — i canali della Pellerina, del Martinetto, dei Molassi e del Regio Parco — sono state dismesse già nel secolo scorso, e nel 2012 il Comune di Torino ha chiuso definitivamente le ultime bealere di propria competenza, a causa del consistente squilibrio tra i costi di esercizio e gli incassi dei canoni di concessione.
Le ultime canalizzazioni sopravvivono all'estrema periferia, irrigando qualche orto urbano e i terreni delle poche cascine rimaste. Si tratta comunque di modeste rogge, cui spetta qualche ora d'acqua settimanale e che nel resto del tempo rimangono asciutte; anche in estate, quando tornano a essere alimentate, finiscono quasi per scomparire, inghiottite dalla vegetazione. La loro marginalità è evidente e, per forza di cose, la situazione è destinata a peggiorare. Si conservano invece, tra nuovi e vecchi impieghi, le traverse sulla Dora e sul Po.
N.B. Salvo diversa indicazione, le canalizzazioni descritte risultano attive ad agosto 2025. La verifica si basa su osservazioni dirette ed è pertanto suscettibile di variazioni.
BEALERE ATTIVE A TORINO

La mappatura riguarda esclusivamente le acque all’interno del territorio torinese e illustra la situazione di alcuni anni fa. Qualche canalizzazione è stata nel frattempo soppressa, e per un quadro più aggiornato si rimanda agli specifici paragrafi.
Fonte: elaborazione www.icanaliditorino.it su base Google Maps
IL QUADRANTE SETTENTRIONALE
Diga e imbocco del canale Meana in c.so Umbria — Il canale Meana, che serve la centrale idroelettrica all'interno dell’Environment park, è l'unico superstite dell'antica rete idraulica cittadina. Oggi, è completamente coperto e sono visibili soltanto l’imbocco, le strutture di presa e la traversa che sbarra la Dora all’altezza di corso Umbria, alle spalle dell’ospedale Amedeo di Savoia.


La traversa del canale Meana in c.so Umbria
Imbocco del canale Meana
Bealera Putea — da Villa Cristina alle Vallette. Questa bealera è forse quella che più di ogni altra era visibile nei confini torinesi. Nasce a Pianezza, e al partitore di Collegno si divide in due rami: quello di destra, detto Putea-Canale, attraversa la Dora, mentre la bealera Putea vera e propria rimane sulla sponda destra del fiume, raggiungendo il partitore di Villa Cristina, a Savonera.
Da alcuni anni, però, questo tratto è stato chiuso e surrogato in parte dall’acqua della bealera di Collegno. A Villa Cristina la Putea si ripartisce a sua volta in due rami che proseguono lungo i terreni della cascina Cavaliera — oggi gravemente degradata — fino a corso Ferrara e l’estremo margine occidentale del quartiere Vallette.
In passato, il ramo sinistro raggiungeva la Stura attraversando l'intera periferia settentrionale, ma la costruzione del tunnel ferroviario di corso Grosseto ha comportato la soppressione del tracciato torinese, e oggi termina, probabilmente, nei campi di una vicina azienda agricola. Il ramo destro arriva ancora alla cascina Maletta di corso Molise e termina nella fognatura, attraversato il Giardino Vittime delle foibe di strada delle Vallette.
Il partitore di Villa Cristina è dotato di un canale scaricatore che scende verso la Dora seguendo strada del Pansa: coperto nel primo tratto, esce all’aperto per circa 500 m lungo il perimetro della Casa Circondariale 'Lorusso e Cotugno'. La costruzione del carcere ha comportato lo spostamento dal vecchio alveo che ne attraversava il sedime.
Per dovere di completezza, si segnalano al confine tra Torino e Collegno i pochi metri a cielo aperto della bealera di Collegno (braccio Cravetta), parallela alla carreggiata nord di via Pianezza (SSP24), nei pressi della cascina Pansa, dove una paratoia devia, o deviava, le acque verso i campi sul lato opposto della strada.

I due rami della bealera Putea alle Vallette. In basso a sinistra, si vede Villa Cristina e al margine opposto l'angolo a gomito di corso Ferrara e via delle Primule. Il ramo sinistro era quello principale: nell’immagine si distingue l’alveo, interrato pur se in aperta campagna, che un tempo raggiungeva le Vallette, dirigendosi poi verso est e la Stura. Attualmente però si esaurisce nei terreni dell’azienda agricola visibile alto, poiché il resto del tracciato è stato abbandonato.
Fonte: elaborazione www.icanaliditorino.it su base Google Earth

Il ramo principale della Putea diretto verso Torino

Il ramo di destra lungo la villa.

Il ramo di destra.

Le due bealere affiancate ed orientate verso le Vallette in un momento di asciutta.

Il ramo destro in prossimità di c.so Ferrara e via delle Primule.

Sempre il ramo di destra prima di scomparire nel sottosuolo torinese.
La bealera Putea tra Savonera e le Vallette.
(cliccare sulle immagini per attivare la galleria)


Il partitore della bealera Putea di Villa Cristina. La paratoia di sinistra è alzata convoglia l'acqua nella bealera, mentre quella di destra è abbassata e chiude lo scaricatore.
Paratoie di regolazione dello scaricatore in strada del Pansa.

L'ingresso della bealera Putea nel territorio torinese è regolato dallo scaricatore di Villa Cristina. Il condotto scende verso la Dora, e il primo tratto costeggia, coperto, strada del Pansa fino al carcere. La costruzione dell'istituto ne ha reso necessario la realizzazione del nuovo alveo a cielo aperto in cemen-to, che ne percorre il perimetro.
In basso, a sinistra l'immagine, è evidenziato il breve tratto scoperto della bealera di Collegno, ramo Cravetta, lungo la SSP 24.


Paratoia dello scaricatore della Putea nei pressi della casa circondariale.
Vecchio alveo abbandonato dello scaricatore.


Lungo il perimetro occidentale della Casa Circondariale.
Paratoia della bealera di Collegno-Cravetta, lungo la SP24.
Cascina Maletta — Strada Vicinale delle Vallette. Il ramo di destra della Putea torna alla luce alla cascina Maletta, appena passato corso Molise, dove un modesto fosso costeggia Strada delle Vallette, inoltrandosi poi nel parco dedicato alle Vittime delle Foibe. Seppure percorso saltuariamente da un filo d'acqua, nell'estate del 2025 questo ramo risulta ancora in esercizio.


Putea Maletta lungo strada delle Vallette.

Putea Maletta nel parco Vittime delle foibe.
La bealera Putea in Torino — via Sansovino, piazza Manno, via Refrancore, via Reycend e strada del Carossio. Questa parte della bealera Putea, corrispondente al ramo sinistro proveniente dalle Vallette, detta anche diramazione Perussia, attraversava il sotto-suolo dei quartieri settentrionali, ritornando alla luce in alcuni tratti. Come già ricordato, è stata dismessa con la costruzione del passante ferroviario di corso Grosseto, e oggi degrado e vegetazione ne occultano quasi completamente gli alvei asciutti. La si descrive qui per ragioni ormai storiche.
Un primo punto di osservazione, sebbene si trattasse di ben poca cosa, era costituito dal varco tra due fabbricati, all'intersezione con via A. Sansovino. Seguendo poi idealmente il sedime dell’antica strada della Perussia, la bealera ritornava alla luce in piazza G. Manno e ancora, poco più avanti, attraversata via Refrancore.


Piazza G. Manno. Sulla destra il probabile muro di cinta dei poderi della ex cascina Gioia.

Piazza G. Manno.

Piazza G. Manno.

Scorcio sulla bealera in via Refrancore.
Circa un chilometro più avanti, vegetazione permettendo, si intravedeva nuovamente all'interno di uno spazio verde privato in via E. Reycend; con soddisfazione ben maggiore, riappariva al fondo degli interni delle vie Orbetello e G. Vaninetti e lungo strada del Carossio. Infine, pur celata sotto sterpaglie e robuste griglie, costeggiava infine l'impianto sportivo di via Massari.


La bealera al fondo del passaggio privato di via Orbetello 89.

Nel passaggio privato di via Orbetello 89.

Passaggio tra strada deel Carossio e via Orbetello.

Lungo strada del Carossio.

La bealera lungo gli orti di strada del Carossio

La bealera tra gli orti.
La bealera Putea tra gli orti di strada del Carossio in borgo Vittoria, a Torino.
(cliccare sulle immagini per attivare la galleria)
ALTRE BEALERE DELLA ZONA NORD
Strada della Venaria 148 — Già nel comune di Venaria, poco oltre il deposito GTT, strada della Venaria incrocia una bealeretta che scorre scoperta e tuttora attiva tra un capannone industriale e l'ex cascina Panatera, per poi scomparire nella vegetazione. Si tratta dell'antico alveo della bealera Barola, da tempo dismessa, ma qui alimentato dalla bealera di Collegno. E' possibile che saltuariamente serva un piccolo fosso parallelo al lato destro della strada.


Bealera Barola-Collegno in strada della Venaria.
Via Reiss Romoli — Probabilmente la stessa bealera, seguendo ancora il vecchio alveo della Barola, ritorna alla luce ai piedi del ciglione che da via Reiss Romoli digrada verso le basse di Stura. E' attraversata dalla strada che conduce alla cascina Boscaglia-Canonico, ma in buona parte nascosta dalla boscaglia e quindi poco visibile.

Bealera nel folto della vegetazione ai piedi via Reiss Romoli.

Via G. Amati — Venaria Reale. Qualche centinaio di metri oltre a la bealeretta già menzionata su strada della Venaria, una gora senza nome, di realizzazione relativamente recente e alimentata anch’essa dalla bealera Barola/Collegno, attraversava il territorio meridionale di Venaria, provenendo da Savonera e mantenendosi vicina alla tan-genziale. Attraversando luoghi appartati e poco accessibili, scorreva in un alveo costituito da profilati semicircolari di cemento, in parte scoperto. Risultava visibile soprattutto tra via G. Amati e l’area verde pubblica adiacente, un tempo occupata dalla cascina Arnaldi, al termine della quale si scaricava nel condotto sotterraneo di via Lanzo. Probabilmente realizzata per irrigare alcuni orti urbani ormai scomparsi, da parecchio tempo è asciutta e ormai invasa dalla vegetazione, e quindi con ogni probabilità definitivamente dismessa.


Via G. Amati a Venaria.

la bealera nel parco pubblico.
Parco Rubbertex — A margi-ne del quadro dei corsi d’acqua urbani della zona Nord di Torino, merita una menzione il tratto del ramo Campagna della ex bealera nuova di Lucento che attraversa il parco Rubbertex, delimitato da corso Grosseto,
via Paolo Veronese e dal raccordo autostradale dell’aeroporto. Sebbene le bealere di Lucento non esistano più, questo tratto sembra fungere ancora da collettore delle acque piovane e da scaricatore, e seppur assai di rado, magari per qualche ora dopo un forte temporale, vi si può scorgere un filo d’acqua.

Il fosso del parco Rubbertex in uno dei rari momenti in cui vi scorre l'acqua.
Foto Fabrizio Lautier

Nello dello spazio verde noto come Rubbertex, in corso Grosseto, il ramo Campagna della ex bealera nuova di Lucento è stato mantenuto a cielo aperto, probabilmente per motivi di arredo urbano, poichè a modesta profondità e il ridotto flusso non costituivano un pericolo. Oggi è asciutto e, solo in casi del tutto occasionali, vi si può osservare un sottile filo d’acqua. La deviazione dell’alveo verso destra si deve alla costruzione del parco e delle residenze prospicienti.
IL QUADRANTE SUDOCCIDENTALE
AD OVEST
Il quadrante occidentale di Torino un tempo era attraversato da molte canalizzazioni, oggi pressoché scomparse. Del canale della Pellerina restano soltanto la traversa, rifunzionalizzata per alimentare una piccola centrale idroelettrica, e il condotto sghiaiatore e scaricatore. Quest'ultimo, già modificato negli anni Trenta del secolo scorso, è stato valorizzato come elemento di abbellimento del parco Mario Carrara. Insieme alla presa del canale Meana, costituisce l'ultima testimonianza visibile e tuttora in esercizio del grande canale che, da qui, raggiungeva i molini di Dora di Porta Palazzo e la Manifattura Tabacchi del Regio Parco.


Il vecchio condotto sghiaiatore e scaricatore del canale della Pellerina all'interno del parco Mario Carrara.
Strada della Pellerina — Lungo strada della Pellerina, che continua il corso Appio Claudio oltre via Pietro Cossa, la bealera del Mineur, bagna i poderi compresi tra la strada stessa e il fiume appartenetti alle cascine Tetti basse di Dora, Cascinotto e Mineur. La roggia costituisce un ramo della bealera Canale, per cui la sua sopravvivenza è strettamente legata a quella della bealera stessa, per la quale si rimanda al paragrafo successivo.


Bealere del Mineur lungo strada della Pellerina.

Paratoie bealera del Mineur e dello scaricatore della Cossola.
Strada della Berlia — La bealera Canale segue per un lungo tratto il perimetro settentrionale del campo di volo dell’Aeroclub di Collegno, dove scorre a cielo aperto ma non è raggiungibile. La si può osservare dal ponte con cui sottopassa strada della Berlia; affiancata la strada, passa davanti alle cascine Berlia e Grangia Scott, e scompare poco prima della rotonda del pilota collaudatore, dove nel Medioevo sorgeva la cappella campestre di Santa Maria di
Gorzano. Alcuni lavori nei terreni attraversati dalla bealera nel parco di Collegno — forse legati a un impianto di irrigazione — potrebbero preludere al suo abbandono; tuttavia, i recenti lavori di sfalcio e pulizia dell'alveo lasciano ben sperare e nell'estate del 2025 essa risulta ancora in esercizio.



In alto: la bealera Canale lungo il campo di volo di Collegno, ripresa dal ponte di strada della Berlia; sotto: la bealera poco prima di inabissarsi nel sottosuolo torinese.
A SUD
Strada del Portone — Ultima della rassegna, ma non certo per portata, continuità di adacquamento e prospettive, è la bealera che fiancheggia, scoperta, per oltre un chilometro strada del Portone e il cimitero Parco di Torino sud. Essa è parte del sistema irriguo delle bealere di Grugliasco e di Orbassano, che serve l'area agricola che ancora resiste tra Grugliasco e Mirafiori. Sul lato opposto del camposanto un altro ramo della stessa segna il confine con il comune di Beinasco, a fianco della passeggiata ciclopedonale di strada delle Lose. Alcuni minuscoli fossi irrigui resistono anche nelle vicinanze della cascina Tetti Nigra e tra gli orti che si trovano dietro gli uffici della Motorizzazione civile di corso Orbassano.


Bealera in strada del Portone, lungo il cimitero di Torino sud.

Tra i palazzi di Strada del Portone e c.so Orbassano.

Meccanismi di ripartizione delle acque della bealera.
Prima di inabissarsi nel sottosuolo di Torino, e della Fiat Mirafiori, le acque della bealera di strada del portone fanno capolino in uno stretto passaggio tra i palazzi di corso Orbassano 448.
Strada del Castello di Mirafiori — Infine lo stesso ramo della bealera di Grugliasco/Orbassano ritorna alla luce per qualche decina di metri lungo la scarpata che digrada verso il Sangone, dove si scarica. Siamo a Mirafiori sud, nel parco pubblico che si trova dietro il mausoleo della "Bela Rosin".


Ramo della bealera di Grugliasco nel Parco di strada del Castello di Mirafiori, prima di scaricarsi nel Sangone.
Oggi è quindi molto difficile veder scorrere l'acqua all'interno dei confini torinesi, e non sappiamo per quanto ancora quel poco sarà possibile. La situazione non è molto diversa nei comuni della prima cintura, poiché anche lì gli utilizzi residui sono destinati a ridursi ulteriormente. Le canalizzazioni artificiali hanno costi fissi molto elevati — si pensi soltanto alla pulizia degli alvei nei molti luoghi non raggiungibili con mezzi meccanici e alle riparazioni delle traverse. Differente è il quadro man mano che ci si allontana dall'agglomerato metropolitano: laddove le coltivazioni si riappropriano dello spazio, i canali irrigui continuano, oggi come da 700 anni a questa parte, a conservare il loro antico ruolo.
Nove delle bealere extraurbane considerate in queste pagine — la bealera di Rivoli, la bealera di Caselette ed Alpignano, la bealera di Orbassano, la bealera di Collegno, la bealera Putea-Canale, alcuni rami della bealera di Grugliasco, la bealera di Venaria, la bealera Cossola e la bealera di Pianezza — sono alimentate e svolgono funzioni agricole, idroelettriche o miste. Le due bealere di Lucento e la Becchia sono invece state definitivamente chiuse, benché in quest'ultima l'acqua raggiunga ancora lo scarico di Bruere. Tra le derivazioni dismesse rientrano le anche bealere Putea e Barola, sebbene alcuni tratti siano oggi alimentati dalla bealera di Collegno.
LE TRAVERSE
Completano il quadro delle residue opere idrauliche torinesi le traverse erette sulla Dora Riparia e sul Po. A Torino, gli sbarramenti sulla Dora dei canali Meana, della Pellerina, del Regio Parco e la briglia del ponte Emanuele Filiberto sono utilizzati da qualche anno per fini idroelettrici.
Il progetto di adattare la traversa dell'ex canale Michelotti per estendere la navigabilità del Po a valle non ha avuto seguito. Tuttavia, alimenta ora una centrale idroelettrica e, come un tempo, protegge le fondamenta del ponte napoleonico di piazza Vittorio Veneto, permettendo la navigazione a monte verso il Valentino.
Le traverse sul corso metropolitano della Dora versano condizioni di conservazione diverse tra loro, e se alcune sono stare recentemente ristrutturate, altre mostrano i segni del tempo e dell’usura. Su quelle della bealera dei prati di Pianezza e della bealera di Collegno sono state installate due centrali elettriche di ridotta potenza, e una terza è pressoché ultimata alla traversa della bealera vecchia di Lucento. Da decenni, un impianto di ben maggior potenza sfrutta il salto delle bealere Becchia e di Grugliasco, ad Alpignano.

Traversa della Pellerina

Traversa del Regio Parco

Traversa del canale di Meana

Traversa Michelotti
(cliccare sui punti rossi)
Questa rassegna dovrebbe essere completa e aggiornata, tuttavia il sito sarà grato a chi vorrà segnalare discrepanze o inesattezze.
Ultimo aggiornamento: 18-08-2025