Gli studi e le ricerche condotti nel campo dell'idraulica da Domenico Michelotti rappresentarono uno dei vanti dell'accademia e della scienza piemontesi. Furono condotti nella seconda metà del XVIII secolo nel laboratorio realizzato alla cascina Parella su progetto del Michelotti stesso. La struttura venne poi utilizzata dall''Università e nel corso dell'Ottocento fu trasferita al Castello del Valentino.
L'Edificio degli Sperimenti idraulici della Parella in un dipinto del pittore Pietro Righini (1836). All'assetto originario risultano aggiunti il ponte in muratura e la costruzione squadrata che ospitava presumibilmente i locali della Scuola pratica di Idrostatica dell'Università.
Fonte web
L'Edificio degli Sperimenti idraulici della Parella fu un originale impianto per lo studio delle acque correnti ideata prof. Francesco Domenico Michelotti, titolare della cattedra di matematica all’Università di Torino. L'impianto nacque sotto l’egida reale, nel fervore economico e scientifico del tempo ispirato dallo sviluppo dell’agricoltura e dalle influenze culturali d'Oltralpe. Fu realizzato nelle proprietà della cascina Parella tra il 1763 ed il 1765 e perfezionato negli anni successivi.
Planimetria della campagna torinese occidentale. Il disegno mostra un territorio rurale costellato da ville e cascine ed attraversato dalla strada di Francia. Dalla città l'Edificio degli Sperimenti idraulici si raggiunge dalla Porta Susina percorrendo la strada antica di Collegno fino alla cappella di S. Rocco, imboccando poi la stradicciola che conduce alla cascina Parella.
Fonte: Domenico Michelotti, Sperimenti idraulici principalmente diretti a confermare la teorica,
e facilitare la pratica del misurare le acque correnti, Stamperia Reale, 1767 - 1771, Torino
Il complesso in origine era compo-sto soltanto dalla «torre degli esperi-menti» e le relative canalizzazioni, da un ricovero per le at-trezzature e da una plancia in legno get-tata sul canale della Pellerina.
Fonte: Domenico Michelotti, Sperimenti idraulici... op. cit
A sinistra: Profilo dello stabilimento idraulico della Parella. La struttura sfruttava il dislivello del pianoro che si affaccia sulle basse di Dora. L'acqua della bealera Cossola (ramo Colleasca) era introdotta nella torre attraverso un ponte ad archi e raccolta dal canale della Pellerina. - A destra: Planimetria dell'impanto.
Fonte: Domenico Michelotti, Sperimenti idraulici... op. cit
Lo stabilimento era alimentato dal ramo Colleasca della bealera Cossola. L’acqua usata non andava perduta e confluiva nel canale della Pellerina. Il complesso occupava un'area di circa 2.500 mq cinta da muraglie; il nucleo principale era costituito da una torre in muratura di tre piani, alta 20 m e di sezione quadrata di 2.50 m di lato, vuota all'interno ed addossata alla ripa che si affaccia sulle basse di Dora. Essa era dotata di bocchette di dimensioni e forme diverse, disposte a varie altezze, dalle quali l’acqua raccolta in una vasca superiore fluiva verso una vasca inferiore seguendo tracciati di differente pendenza. Attrezzi e strumenti di maggiori dimensioni erano ricoverati in un semplice casotto ed un ponticello rimovibile gettato sul canale della Pellerina consentiva l’accesso dal basso.
Lo stabilimento della Parella, sbrigativamente indicato quale 'Sito degli Idraulici', era servito da un fosso proveniente dal ramo Colleasca della bealera Cossola. Questa bealera nasceva a Collegno ed alla cascina Colomba si divideva in cinque rami che irrigavano il contado torinese sudoccidentale. Dopo l'uso le acque utilizzate dell'Edificio erano raccolte dal canale della Pellerina. (Nella mappa indicato con l'appellativo originario di Bealera Meana).
Fonte: Elaborazione sulla Carta corografica dimostrativa del territorio della Città di Torino
di Giovanni Amedeo Grossi, 1791 (particolare - www.gallica.bnf.fr)
L'opera destò ammirazione e stupore tra i contemporanei. Venne soprannominata la «Torre d’acque», o il «Castello incantato della scienza», e fu inclusa tra le attrattive da mostrare con orgoglio ai visitatori, ma in realtà costituì un laboratorio di idraulica sperimentale d'avanguardia unico in Europa. Gli studi compiuti alla Parella ebbero finalità normative, di verifica e di misurazione. Particolare attenzione fu dedicata alla definizione delle portate dei corsi d'acqua in relazione alla velocità ed alla pendenza. Molte delle macchine e strumenti impiegati nelle ricerche furono ideati ah hoc dal Michelotti stesso. Egli si adoperò anche alla verifica di alcune leggi fondamentali della dinamica dei fluidi formulate da Newton e da Bernoulli. Gli esiti di questi lavori ebbero grande risonanza in Italia ed in Europa ed entrarono di diritto nella storia dell’idraulica.
Gli studi compiuti alla Parella ebbero finalità normative, di verifica e di misurazione. Particolare attenzione fu dedicata alla definizione delle portate dei corsi d'acqua in relazione alla velocità ed alla pendenza. Molte delle macchine e strumenti impiegati nelle ricerche furono ideati ah hoc dal Michelotti stesso. Egli si adoperò anche alla verifica di alcune leggi fondamentali della dinamica dei fluidi formulate da Newton e da Bernoulli. Gli esiti di questi lavori ebbero grande risonanza in Italia ed in Europa ed entrarono di diritto nella storia dell’idraulica.
Domenico Michelotti pubblicò i risultati delle sue ricerche in un'opera di più ampio respiro intitolata "Sperimenti idraulici principalmente diretti a confermare la teorica, e facilitare la pratica del misurare le acque correnti", edita in due volumi dalla Stamperia Reale di Torino nel 1767.
Per ulteriori approfondimenti su Domenico Michelotti e la sua opera: MICHELOTTI, Francesco Domenico
(copia scaricabile)
Terminati gli studi sperimentali del Michelotti, il sito divenne la sede della Scuola Pratica di Idrostatica dell'Università di Torino. Le esercitazioni degli studenti di idraulica si tenevano in maggio e giugno, ma furono poi spostate nel mese di settembre per non sottrarre risorse all’irrigazione. Alla Parella si formarono i migliori professionisti del re, tra cui i professori Carlo Ignazio Giulio e Giorgio Bidone, che proseguirono le ricerche del Michelotti. Il Bidone assunse per molti anni la direzione della struttura. (1)
All'inizio dell'Ottocento il complesso passa all'Università di Torino. La mappa della sez. 27 del catasto Gatti (1820 circa) individua nelle particelle n° 205 e 206 le parti più proprie della struttura: alla prima corrisponde una 'casa' di 150 mq di superficie e alla seconda i 'siti destinati per gli esperimenti idraulici', per un'esten-sione di 2.400 mq. Le altre hanno invece natura agricola: la n° 207 e la
209 sono accatastate a campo, la 298 a pascolo e la 210 a prato, come pure la grande particella n° 227. La superficie complessiva della proprietà universitaria ammonta a circa 2 ettari. Il complesso è alimentato da un fosso derivato dal ramo Colleasca della bealera Cossola. Il fosso bagna anche i terreni verso la cascina Morozzo e funge al contempo da scaricatore dell'impianto e, come le acque reflue della 'torre' più a monte, si scarica nel canale della Pellerina nei pressi della cascina.
Agg. 18-07-2022 Fonte: ASCT, Catasto Gatti sez. n° 27 (particolare)
La planimetria tratta dal catasto Rabbini risale al 1866 ed è quindi di poco precedente l'abbandono dell'impianto. Agli elementi originali risultano aggiunti il massiccio fabbricato sulla sinistra, tuttora esistente, ed una grande vasca a monte del complesso, avente la doppia funzione di serbatoio e di fossa di decantazione delle torbide acque della bealera Cossola.
Fonte:Catasto Rabbini, tav. XVII, 1866
(AST, Sez. Riunite - particolare)
Il tempo ed il progresso resero obsoleto l'impianto della Parella, che per altro non sempre poteva contare sempre su acqua abbondante e limpida necessaria per gli esperimenti. Nel 1871, per iniziativa del prof. Prospero Richelmy, la struttura fu trasferita al castello del Valentino, sede della Scuola di Applicazione per Ingegneri e del futuro Politecnico di Torino. (2) Il sito originario fu abbandonato e nel 1872 fu venduto ad acquirenti privati con le relative pertinenze, (3) ma i suoi resti sopravvissero fino ai primi decenni del Novecento. (4) La nuova «Torre degli eflussi» fu un impianto diverso. Alimentata dal canale del Valentino e pensata per la tecnologia delle turbine, aveva prevalenti finalità didattiche e dimensioni più contenute; rappresentò il primo nucleo del laboratorio di idraulica del Politecnico, ma non di certo non venne più annoverata tra le meraviglie della città. Alla fine del Novecento, trasferita da tempo nella nuova sede la didattica del Politecnico, pochi ricordavano ormai la funzione dello strano ingegno del Valentino e, nonostante l'opposizione del Preside della facoltà di Architettura e di diversi docenti, se ne decretò la demolizione nel silenzio assordante della Soprintendenza.
La massiccia costruzione ottocentesca che ospitava la Scuola di Idraulica.
Fonte: C. Bima, L'acqua a Torino
La nuova «Torre degli eflussi» realizzata nella nuova sede della Scuola di Idraulica del Valentino.
Fonte web
Fonte: La Stampa del 15-04--1995 - Archivio Storico
Del laboratorio di idraulica settecentesco sussistono tutt’ora interessanti rimanenze: il sito stesso, il bel portale barocco in paramano che introduceva allo stabilimento che si trova al fondo di via Paolo Boselli sopra il parco Mario Carrara, il grande fabbricato di più piani di origine ottocentesca ed altre costruzioni minori. Forse sopravvive anche la torre stessa, seppur inglobata in un successivo edificio abitativo. (5)
La fotografie aerea offre una veduta di insieme di ciò che resta del complesso degli «Sperimenti idraulici», che ben si distingue nel contesto del borgo odierno. La Cascina Parrella si trovava alle spalle dell'impianto, tra le Vie G.Servais, Gravere e C.so Monte Grappa. I pochi muri sbrecciati nel cortile delle scuola elementare Neil Armstrong sono tutto quanto ne resta.
Fonte: BingMaps.com
Il sito degli esperimenti della Parella oggi
In alto ed a sinistra il nucleo abitativo nato sui resti dello stabilimento del Michelotti. L'edificio di colore giallo potrebbe essere stato ricavato dalla torre idraulica. Al centro il bel portale in paramano dell'«Edificio degli Sperimenti idraulici» di via Boselli 22/a. A fianco in basso il muro in pietre e mattoni appartenente alla cascina Parella nel cortile della scuola Neil Armastrong. In basso a sinistra una rara immagine della cascina stessa risalente al 1990. (Foto Massimo Grassi tratta da: Torino sparita su Facebook)
(cliccare sulle immagini per ingrandirle)
NOTE
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Giorgio Bidone, in particolare, verificò sperimentalmente la teoria delle onde di Poisson ed i calcoli di Eytelwein sulla portata dei fiumi. (Cfr. Giorgio Bidone, Expériences sur le remous et sur la propagation des ondes, in Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino, XXV, 1820). Egli indagò anche un particolare tipo di rigurgito che prese poi il nome di «salto di Bidone». Le sue ricerche trovarono importanti applicazioni nelle pratiche irrigue.
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La Scuola fu istituita dalla nuova legge del Regno di Sardegna del 1859 sull'istruzione superiore voluta da Quintino Sella e ispirata da Gabrio Casati. Nel 1906 prenderà il nome di Politecnico di Torino.
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Agli spazi occupati dalle opere idrauliche erano annesse altre superfici destinate a campo, prato e pascolo per un totale complessivo di circa due ettari di estensione che l'Ateneo torinese cedette al cav. Giuseppe Chiesa. Cfr: Catasto Gatti, Colonnario sez. 27, art. 1144 e Reg. delle Mutazioni n° 19242.
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Cfr. E. Roggeri, Il castello idraulico di Francesco Domenico Michelotti, nel n° 8, agosto 1933 della rivista: Torino, pag. 65. Secondo l'autore "fino agli ultimi anni precedenti la prima guerra mondiale ... rimanevano visibili i ruderi di una torre [...] ed altri bizzarri resti di costruzioni che si svolgevano a i suoi piedi e creavano un sistema di monticelli, di canali, di vasche."
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L'edificio giallo al centro del complesso, stante la bizzarra forma eccezionalmente alta e stretta, potrebbe inglobare almeno parte dei resti della torre idraulica settecentesca, tuttavia sarebbero necessarie ulteriori indagini prima di giungere a conclusioni definitive.
Ultima modifica alla pagina: 19/07/2022