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La centrale idrolettrica Enerdora al ponte
Emanuele Filiberto

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Nell'agosto 2020 è stato aperto il cantiere della mini centrale idroelettrica che sfrutterà il salto d'acqua presso il ponte Emanuele Filiberto di Torino in corrispondenza del Lungo Dora P. Colletta. Sarà la quarta in città, dopo quelle della Pellerina, dell'Environment Park e della traversa del canale del Regio Parco. I lavori non avranno soltanto finalità energetiche, ma permetteranno di  porre rimedio al rischio esondazione esistente a monte del ponte.

LA STORIA. Il ponte Emanuele Filiberto attraversa obliquamente la Dora Riparia tra piazza Fontanesi e via Nievo. Esso è stato ideato tra il 1904 ed il 1908 e progettato, e realizzato, tra il 1915 e il 1919 dall'impresa dell’ing. Giovanni Antonio Porcheddu, con il costo per la Città di L. 100.000. Costituito da una sola ardita campata in cemento armato, è lungo 47 metri e largo 14. Esso permise di collega-

re via Fontanesi, la naturale prosecuzione di via Na-pione, con il Regio Parco; ed alle truppe di raggiungere  la nuova Piazza d’Armi di Vanchiglia da poco istituita. il ponte è il penultimo sulla Dora, sia per ordine cronologico di costruzione, sia per posizione, a circa 1,25 km dalla confluenza nel Po. (1)

Esso è stato costruito dove fino alla fine dell'Ottocento la Dora disegnava la grande ansa che andava a lambire il Cimitero di c.so Novara, eliminata a cavallo del secolo per consentirne l’amplia-mento. La rettifica determi-nò un sensibile accorciame-nto del corso del fiume e di conseguenza l’aumento della velocità della corrente. Per contenerne gli effetti erosivi vennero aggiunte in alveo una coppia di “briglie”, o "soglie", artificiali distanti re-

ciprocamente circa 75 m: la prima, la più alta, produce un salto idraulico di 1,6 m e l'altra uno di circa 40-50 cm; sarà proprio la somma dei due salti a determinare il dislivello sfruttato dalla centrale idroelettrica in costruzione.

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La carta risale alla fine dell'Ottocento e mostra come il corso naturale della Dora impedisse ormai ogni ulteriore ingrandimento del cimitero. La rettifica è stata prevista fin dal 1889, come pure la costruzione del nuovo ponte ed il prolungamento di via Napione oltre la cinta daziaria, che prederà poi il nome di via Fontanesi. Essa mostra anche le altre due anse ancora disegnate dal fiume; una nei pressi dell'attuale campus universitario e l'altra segue quella in questione. Anche per esse è comunque prevista la rettifica.

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Nella mappa del 1924 l’inalveamento della Dora pare ormai concluso; in realtà la rettifica del tratto compreso tra c.so Chieti e la confluenza fu deliberata nel 1919, ma i lavori iniziarono solo nel 1931. Per il resto la zona ha assunto un assetto simile all'attuale: il ponte Emanuele Filiberto è stato completato e. Lo scalo merci di Vanchiglia è quasi pronto, mentre l'ambizioso progetto del porto fluviale sul Po previsto negli spazi della Colletta non vedrà mai la luce. Si noti infine che tra il lato meridionale del Camposanto ed il fiume è stata ricavata una piccola "piazza d'armi", ora scomparsa

IL PROGETTO. Nel giugno del 2015, in accordo con la deliberazione della Giunta Comunale del 29 gennaio 2013 (2), la società Morghen '93 S.r.l. di Torino depositava presso gli uffici della Città Metropolitana la domanda di concessione per derivare dalla Dora Riparia fino a 27.000 litri/sec da utilizzare a vantaggio di un impianto idroelettrico da realizzarsi a valle del ponte Emanuele Filiberto. Contestualmente produceva istanza di avvio della Valutazione d’Impatto Ambientale e delle altre pratiche finalizzate alla costruzione e all'esercizio dell’impianto. Il progetto si affermava su altri concorrenti, soprattutto per la maggior sostenibilità ed efficienza ambientale. (3) Nel 2018, con Determinazione Dirigenziale della Città Metropolitana di Torino del 27 giugno, il lungo e complesso iter amministrativo si concludeva senza modifiche sostanziali del progetto. Alla  società richiedente era nel frattempo subentrata la Enerdora S.r.l. di Torino, che diventava così la nuova concessionaria dell'opera. (4

Il progetto, in sintesi, prevede quattro interventi principali.

  1. L'installazione di uno sbarramento gonfiabile ed abbattibile per regolarizzare il flusso destinato alla centrale, indipendentemente dalle condizioni di morbida o di piena del fiume.

  2. La realizzazione della centrale idroelettrica vera e propria.

  3. La costruzione di una scala di risalita dell'ittiofauna per superare il salto e ripristinare la continuità fluviale.

  4. Lavori di compensazione paesistico ambientali, quali il ripristino delle sponde del fiume, nuove piantumazioni ed arredi urbani per la riqualificazione dell'area.

La centrale idroelettrica sarà collocata 80 metri a valle del ponte, sfruttando il dislivello creato da entrambi gli sbar-ramenti. In corrispondenza della seconda soglia, a quota 213,20 msl, previo opportuno adeguamento del profilo a monte, verrà collocato un rialzo in gomma gonfiabile ad acqua lungo 31 m ed alto 2,3 m, che porterà la normale quota di sfioro delle acque a

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Il ponte Emanuele  Filiberto.

215,5 msl. Esso consentirà sia di aumentare il salto utile, e quindi il potenziale produttivo dell’impianto; sia di mantenere un livello idrico idoneo ed indipendente dalla portata della Dora. La posizione sarà determinata in funzione dei livelli idrici da dispositivi idraulico-meccanici automatici. Qualora fosse raggiunta la quota massima di regolazione, prevista a 216,50 msl, la barriera sarà abbattuta per facilitare il deflusso delle acque e limitare pericolosi ingrossamenti a monte. Sarà comunque abbassata  in caso di forti piene, come pure ad impianto inattivo. A causa della maggior caduta verrà prolungato il corazzamento con massi ciclopici successivo alla soglia, estendendolo fino allo sbocco del canale di scarico e della scala di risalita dei pesci, per contenere i fenomeni di risalto idraulico, e quindi di dissipazione dell’energia, possibili in certe condizioni del fiume.

Contestualmente ai lavori della centrale sarà ristrutturata ed abbassata la prima soglia del ponte.  Verranno così messe in sicurezza le sponde che, in caso di forti precipitazioni e relative piene, sono minacciate dall'innalzamento delle acque del fiume e da fenomeni di rigurgito causati dallo sbarramento, capaci di produrre esondazioni nei 300 metri precedenti.

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A sinistra le due soglie a valle del ponte che determineranno il salto idraulico complessivo utilizzato dall'impianto. A destra la prima soglia che sarà abbassata per eliminare l'evidente rischio di esondazione dovuto alla sua posizione.

LA CENTRALE. (5) La centrale idroelettrica sarà integrata nel corpo della soglia-sbarramento, in posizione decentrata verso la sponda sinistra. L'imbocco sarà protetto da un paratronchi a elementi tubolari per fermare i detriti galleggianti di maggiori dimensioni, dotato di due paratoie mobili per chiudere la derivazione e fermare il sistema. Gli organi di produzione includono una turbina di tipo Kaplan a bulbo, totalmente sommersa e inserita direttamente in alveo all'interno del corpo centrale, dall'impatto visivo e acustico pressoché nullo. Sarà accoppiata direttamente al generatore e l’energia prodotta consegnata alla rete elettrica tramite una cabina di trasformazione posta, con il locale quadri, sul lungofiume. Il distributore della turbina consentirà di regolare il livello ed il prelievo idrico a monte dello sbarramento sulla scorta delle informazioni fornite dai misuratori di livello e di velocità della corrente. Il canale di carico sarà completamente interrato e integrato nel corpo della centrale, come pure quello di restituzione.

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Planimetria della centrale idroelettrica con i dettagli degli elementi del progetto e la loro posizione.

Fonte: S.R.I.A

L’impianto potrà derivare fino a 27.000 litri d’acqua al secondo. La portata media di 17.970 l/s, sul salto lordo medio di 2,37 m tra il pelo dell’acqua a monte e a valle dei meccanismi motori, determina una potenza nominale media di 418 kW. I 2.500.000 kW/h annui prodotti a regime corrisponderanno ai consumi domestici di circa 850 famiglie e consentiranno la riduzione di 1.160 tonnellate annue di CO2. La potenza nominale media relativa alla valorizzazione teorica della sola portata di DVM (Deflusso Minimo Vitale) è stimata pari a 185,4 kW. L’investimento sarà di 2.400.000  euro. (6) La progettazione e l'intera realizzazione sono curate dallo Studio Rosso ingegneri Associati Srl di Torino.

L'IMPATTO PAESAGGISTICO ED AMBIENTALE. (6) Gli accorgimenti per limitare l’ingombro, planimetrico ed altimetrico, e l’impatto ambientale dell'impianto sono numerosi. Predisposto per essere completamente sommerso in ogni condizione del fiume e realizzato in corpo alla traversa, modificherà solo in minima parte il paesaggio e non determinerà il depauperamento né quantitativo, né qualitativo delle acque. Per il ripristino della continuità fluviale verrà costruita una scala per la rimonta dell’ittiofauna sulla sponda orografica sinistra del fiume. Disegnata in funzione delle caratteristiche delle specie autoctone e della morfologia del luogo, sarà del tipo vertical slot, cioè formata da bacini successivi e setti separatori con fessura verticale, simile a quelle già realizzate presso altre centrali analoghe. Nella fattispecie sarà formata da 12 bacini, con salto di 0,20 m, ognuno largo 1,8 m, lungo 2,5 m e dotato di fenditure di 0,24 m. Per il passaggio dei pesci saranno riservati 420 l/sec. e per consentirne il transito anche a sbarramento abbattuto, sarà aggiunta una rampa in massi (o fish ramp) di circa 12 m. In sponda destra a valle della prima soglia.

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Gli interventi di compensazione per l’inse-rimento dell'opera nel tessuto urbanistico e il miglioramento della fruibilità dell’area prevedono nuove piantumazioni, oltre a quelle che andranno a compensare gli abbattimenti; la realizzazione di una balconata di accesso all'alveo attrezzata con panchine, cestini, fioriere, rastrelliere per biciclette e bacheche didattico-informative; la manutenzione dei muri di sponda e la pulizia dalla vegetazione infestante, nonchè altri interventi minori.

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I rendering confermano l'impatto assai ridotto della centrale su paesaggio ed ambiente, riconducibile in definitiva alla griglia paratronchi ed alle murature esterne. Il sopralzo gonfiabile sarà sommerso e quindi non visibile.  

Fonte: S.R.I.A

IL CANTIERE. (7​) Il cantiere è affidato alla società Bertini s.r.l. di Alagna Valsesia (Vc) e dovrebbe concludersi in circa trecento giorni, ossia dieci mesi dal loro avvio. (8) La program-mazione ha considerato anche il periodo ripro-duzione delle specie ciprinicole che popolano il fiume, quali i barbi, e gli ultimi interventi per la sistemazione dell'alveo dovranno concludersi nel mese di marzo. 

I lavori saranno organizzati in quattro fasi: la prima riguarda le operazioni preliminari, quali l’allestimento del cantiere e lo spostamen-

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Planimetria del cantiere.

Fonte: S.R.I.A

to dei sottoservizi; la seconda prevede la deviazione del corso del fiume e gli scavi inerenti la centrale, l’installazione delle paratoie di imbocco, nonché la costruzione della scala per la risalita dell’ittiofauna; l’adeguamento della soglia, il montaggio dello sbarramento gonfiabile, la sistemazione dell’alveo e la posa dei corazzamenti in massi ciclopici caratterizzeranno la terza fase; l’ultima infine contempla l’installazione della turbina, la messa in opera della cabina e del locale quadri, la sistemazione delle sponde, il ripristino delle pavimentazioni, le nuove piantumazioni ed la chiusura del cantiere.

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VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE DEL PROGETTO

VAL263 - ENERDORA SRL (GIA' MORGHEN 93 SRL)

 

DOCUMENTAZIONE

Galleria cronofotografica dei lavori
 

La conclusione dei lavori

Nel novembre 2021 i lavori sono terminati. Il cantiere è stato rimosso e le rive del fiume ripristinate; mancano soltanto alcune finiture nelle barriere di protezione e all'accesso alla centrale. L'impianto non è ancora entrato in produzione (24-11-2021) probabilmente perchè in attesa del collaudo definitivo.

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I dati di sintesi.

Ultimo aggiornamento 24-11-2021

Ancora 1
NOTE
  1. Cfr. la scheda del MuseoTorino relativa al Ponte Emanuele Filiberto e A. Sassi Perino e G. Faraggiana, I trentasei ponti di Torino, Torino, Edizioni del Capricorno, 1995, pag. 104-107.

  2. Con tale deliberazione la Città di Torino decideva di sfruttare le potenzialità delle proprie infrastrutture idrauliche, quali traverse fluviali e canali di derivazione, per ottenere energia pulita e rinnovabile, anche con il concorso dell’iniziativa privata. Si apriva così la feconda stagione delle piccole centrali idroelettriche urbane torinesi.

  3. Il progetto della Morghen ’93 si è affermato su quelli della PAGI Corp. Ltd di Londra, presentato tramite lo Studio Dellacasa di Rivoli (2012), e della San Francesco Energie S.r.l. di Mondovì (2015). La documentazione relativa ad entrambi questi piani è disponibile in rete.

  4. Una sintesi del lungo iter è contenuta nell'Allegato B della Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto "Impianto idroelettrico sul fiume Dora Riparia nel comune di Torino proposto da Enerdora S.r.l. - già Morghen'93 S.r.l. (disponibile in rete). - Siccome il progetto contemplava l’occupazione di 155 mq di terreno di proprietà comunale è stata necessario ottenere la concessione della Città di Torino, rilasciata con deliberazione del Consiglio Municipale del 29 ottobre 2018.

  5. Per le informazioni ed dati relativi al paragrafo cfr. Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, S.R.I.A., Impianto idroelettrico sul fiume Dora riparia, V.I.A. -  Sintesi in linguaggio non tecnico, giugno 2015Città Metropolitana di Torino, Decreto del Vicesindaco della città Metropolitana di Torino, - n° 536 e 537_ 15482/2018; Città Metropolitana di Torino, Determinazione del Dirigente risorse idriche - n° 1307_ 7887/2018; Città di Torino, deliberazione del C.C. del 29 ottobre 2018; La Stampa del 9 agosto 2020, Dalla centrale sulla Dora energia pulita in 800 case. Per una sintesi dell'iter amministrativo si veda anche: Città Metropolitana di Torino, Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale Impianto idroelettrico sul fiume Dora Riparia" – Allegato B: Autorizzazioni, Pareri, Nulla Osta Ambientali.

  6. Ibidem.

  7. Ibidem.

  8. A tal proposito è difficile non rilevare che dalla presentazione del progetto alla sua conclusione dei lavori trascorreranno sei anni, di cui ben cinque (oltre i quattro quinti del tempo) dedicati alle sole pratiche burocratiche, benché l'iter non abbia subito intoppi particolari. 

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