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Via Lorenzo Martini

in Vanchiglia

Il tema affrontato in questa pagina potrebbe sembrare di minore importanza. Tuttavia, vuole fungere da spunto per riflettere sull'incidenza delle canalizzazioni nel plasmare il disegno del territorio nel passato e su come le loro tracce sopravvivano nell'attuale configurazione, anche quando non sono immediatamente riconoscibili.

La via dedicata a Lorenzo Martini non è che uno stretto vicolo di poche decine di metri che unisce c.so San Maurizio a via degli Artisti eppure è quanto resta di una delle strade più antiche di Vanchiglia.

Racchiusa su tre lati del Po e dalla Dora, per secoli Vanchiglia è stata una regione isolata e marginale, in cui prevalevano i pascoli, che solo nella seconda metà dell’Ottocento è entrata a far parte del sistema urbano torinese.

Vanchiglia all'inizio dell'Ottocento

Fig. 1 - Il territorio di Vanchiglia all'inizio dell'Ottocento.

Fonte: ASCT, Catasto Gatti Tav. n° 70

La tavola in figura 1 (catasto Gatti) risale ai primi anni venti del XIX secolo e mostra il territorio a nordest di corso San Maurizio, uno dei nuovi boulvard tracciati dopo l’abbattimento delle mura avvenuto nel periodo francese. Vanchiglia appare ancora un territorio agricolo, ampio ed appartato, solcato soltanto dalle bealere irrigue e dalle strade che conducono alle poche cascine esistenti.

In primavera ed estate tradizionalmente vi si scaricavano le acque che scorrevano nelle vie cittadine, condotte in loco da due bealere. La prima - che proveniva dalla porta di Po, oggi p.za Vittorio Veneto -

raccoglieva sia le acque del canale sotterraneo di via Po, sia quelle del canale dell’Arsenale che passavano ai piedi dei bastioni meridionali; l’altra bealera arrivava dai macelli e dai mercati di porta Palazzo e fluiva sotto il bastion verde e le fortificazioni orientali. Entrambe convergevano verso un partitore che provvedeva alla ripartizione delle acque nei fossi irrigui e nei prati circostanti. Adiacente ad esso erano collocate due grandi fosse di decantazione, dette anche “tampe”, dove si depositavano le sostanze organiche concimanti di cui erano ricche le acque reflue urbane. La bealera di destra, che costeggiava la strada detta “di mezzo” diretta alle cascine Vanchietta (sic) e Vanchiglia grossa, è quella al centro della nostra attenzione.

Tampe di Vanchiglia

Fig. 2 - Il partitore, le tampe di Vanchiglia e le due bealere che li alimentano.

Fonte: ASCT, Catasto Gatti Tav. n° 70 (particolare)

Con il processo di urbanizzazione cascinali, strade campestri, canali e tutta la vecchia geografia funzionale di Vanchiglia, divenuti inutili ed incompatibili con l’assetto territoriale che si stava formando, ben presto scomparvero, lasciando il posto alla tradizionale maglia urbana di vie ortogonali.

Il borgo di Vanchigklia nel 1860

Fig. 3 - L'urbanizzazione di Vanchiglia nella seconda metà dell'Ottocento.

Fonte: ASCT, Tipi e Disegni  13.3.72

Nella carta della figura 3, datata 1860, il processo di formazione del moderno quartiere di Vanchiglia risulta avviato. Per quanto rimangano ancora ampi spazi rurali, a nord di corso San Maurizio sono apparse le prime abitazioni “da reddito” destinate alla nuova popolazione operaia. Nella mappa compaiono pure il progetto della chiesa di Santa Giulia, che diventerà la parrocchiale del borgo, e la cinta daziaria. Sono sparite le “tampe di Vanchiglia” ed il casotto partitore, ma sussistono le due bealere. Quella proveniente da piazza Vittorio Emanuele I scorre però coperta sotto via Vanchiglia; mentre la bealera proveniente da porta Palazzo, ridotta a poco più di una cloaca, è incanalata lungo via Fiocchetto ed il rondò Rivella, percorre a cielo aperto il controviale settentrionale di corso San Maurizio ed in prossimità dell’odierno numero civico 43 volta bruscamente a nord, seguendo ancora l’antico sedime, interferendo visibilmente con l’embrione del reticolo stradale creato dalla recente lottizzazione. Percorre poi un tratto di via Santa Giulia e poco oltre la (futura) omonima piazza confluisce nel canale sotterraneo di via Vanchiglia. Nella zona sussiste altresì uno dei due rami della bealera del Regio Parco.

Fig. 4 - La planimetria aerea rende evidente la anomala inclinazione della via.

Fonte:  Google Earth

Oggi nulla traspare della precedente organizzazione territoriale di Vanchiglia, nondimeno la via dedicata a Lorenzo Martini ne rappresenta una traccia, non è dato di sapere come e perché, giunta sino a noi. Dal confronto cartografico è facile cogliere come l’orientamento di questo vicolo obliquo, corto e stretto, che collega c.so San Maurizio a via degli Artisti, su cui si affacciano solo poche e modeste case, non sia coerente con l’ordinato reticolo viario circostante, ma ripercorra ancora per qualche decina di metri il tracciato dell’antica “strada di mezzo” e della vecchia bealera di Vanchiglia.

Si tratta di una piccola curiosità di storia urbana, che conferma come il territorio rappresenti una sorta di stratificazione storica in cui persistono tracce di un passato spesso tanto prossimo quanto dimenticato, che tuttavia non è difficile decifrare.

Fig. 5 - Veduta aerea di Vanchiglia

Fonte: Bing Maps

Fig. 6 - Parziale ricostruzione delle bealere di Vanchiglia

Fonte: nostra elabrazione su base Google Earth

Fig. 7 - Via Lorenzo Martini

Cimitero-cdegli-ebrei-2_edited.jpg

Fig. 8 - La planimetria risale al periodo napoleonici (1814) e mostra le due balere che scorrono ai piedi delle ex fortificazioni, convergendo verso il partitore e le fosse di decantazione in Vanchiglia. Si noti, a margine, Il cimitero israelita sette ottocentesco all'incontro di c.so S. Maurizio e via Napione.

Georeferenziazione di pianta esterna delle ex-fortificazioni del 1814. Mappatura originale: AST, Riunite, Carte topografiche e disegni, Ufficio generale delle finanze, Tipi Sezione II Ufficio generale delle finanze, Torino, fortificazioni.

Online dal: 23-03-2018

Ultimo aggiornamento  della pagina : 29-06-2023

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