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I MOLINI DELLA MOLINETTA

Prima parte: Gli esordi (1597-1753)
1. Il primo molino

La costruzione dei molini e le prime ipotesi di potenziamento.

2. Il follone da panni e il canale della Molinetta

Il follone da panni di Jan Paul e lo scavo del canale della Molinetta.

Il memoriale a capi del 19 ottobre 1721 e le Regie Patenti del 9 novembre 1721

        Il testo integrale: un esempio di mercantilismo sabaudo.

3. Il secondo molino

La Città di Torino riacquista il follone e la costruzione del secondo molino.

Seconda Parte: L'assetto definitivo (1754-1872)

4. Il disegno dei mulini alla metà del XVIII secolo

Il consolidamento degli impianti e nuovi progetti di miglioramento.

5. I testimoniali di stato del 1845

Una dettagliata descrizione degli impianti della Molinetta alla metà dell'Ottocento.

6. La dimissione e la fine dei molini della Molinetta

La cessione della pesta e dei molini da parte della Città ed i loro smantellamento.

Terza Parte: L'epoca delle manifatture (1830-1916)   

7. Le prime iniziative iniziative industriali

       Nella prima fase industriale, alcune imprese tentano di utilizzare il salto dinamico della Molinetta.

8. La fabbrica di candele e saponi dei F.lli Lanza

       Cenni di storia della maggiore industria del settore, sita a Porta Palazzo e poi alla Molinetta.

I molini della Molinetta.

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I molini sorgevano nell’area oggi occupata dall'Ospedale di San Giovanni Battista e della Città di Torino, detto Le Molinette. Il molino superiore dove ora si trovano le cliniche maxillofacciale ed odontoiatrica, a lato del parcheggio multipiano, e quello inferiore su parte della la carreggiata sud dell'attuale c.so Unità d'Italia. Si raggiungevano attraverso la strada che scendeva da quella Reale di Nizza, corrispondente all’attuale via Abegg. La cascina Bianco diverrà il nucleo originario della fabbrica di candele e saponi dei F.lli Lanza.

Elaborazione di:www.icanaliditorino.it su base Google Maps e catasto Rabbini (1866)

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Sovrapposizione della mappa del catasto Rabbini (1866) alla planimetria stradale attuale dell'area della Barriera di Nizza. Lo spazio della Molinetta era al tempo completamente rurale, segnato solo dalla cascina Gallo e dagli opifici municipali, mentre oggi è all'opposto totalmente urbanizzato; al punto che è assai difficile (e comunque non privo di un qualche margine di errore) trovare punti comuni per far coincidere le due carte.

Elaborazione di:www.icanaliditorino.it 

   I molini della Molinetta erano piccoli impianti rurali e periferici al servizio delle campagne comprese tra il Po ed il Sangone. Per gli abitanti del Drosso, di Borgaretto, Stupinigi, Mirafiori e Lingotto, I “Molassi” di porta Palazzo erano davvero lontani e molti si recavano illecitamente a macinare i loro grani fuori dal territorio comunale. All’inizio del Seicento la Città di Torino decise di costruire un nuovo molino in loco, alimentandolo con le acque delle sorgenti naturali della zona, per l’appunto detta di Millefonti. Seguì l’insediamento di un follone da panni, sostituito poi da un secondo molino. La cronica insufficienza d’acqua e le difficoltà strutturali di potenziarli segneranno la storia di questi impianti. In seguito le risorgive verranno integrate dagli scoli di alcune bealere, ma nemmeno il loro apporto risulterà decisivo.

   Nell’Ottocento alla Molinetta si insediò la fabbrica di candele e saponi dei F.lli Lanza, destinata a diventare una realtà industriale di rilevanza nazionale.

   Oggi dei molini della Molinetta non resta più traccia, tuttavia essi hanno lasciato il nome, o meglio il soprannome, al maggiore ospedale cittadino, nome che nessun torinese ignora.

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Pianta della Molinetta nel 1845. I molini erano alimentati sia dall'acqua delle sorgenti naturali raccolte in uno stagno a monte, sia da quella delle bealere Cossola e Pissoira convogliate dal canale della Molinetta. Il complesso comprendeva: (a) il molino superiore, (b) la pesta da canapa, (c) la cantina, (d) il molino inferiore.

Fonte:  ASCT

Ultimo aggiornamento della pagina: 20/05/2021

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